Se per molti avvocati parlare di pubblicità del proprio studio legale risulta come una pratica svilente ed immorale nei confronti della propria professione, ad altri, più giovani, viene in mente un qualunque Saul Goodman, noto macchiettistico avvocato main stream delle serie tv, con il suo look improbabile e le sue, tutt'altro che sobrie, trovate pubblicitarie; questo articolo sarà risolutivo nei confronti di molti pregiudizi legati al connubio pubblicità-avvocatura per i motivi di cui si dirà. La pubblicità per un avvocato è non soltanto un vantaggio, totalmente legale se seguendo i giusti criteri, ma soprattutto un'opportunità.
Prima di entrare nel merito della questione sarà necessario ricordare che, sulla base di quanto stabilito dall'articolo 35 del Codice deontologico - approvato nel gennaio del 2016, proprio dal Consiglio nazionale Forense - sarà possibile per un qualunque avvocato poter usufruire dei benefici della pubblicità verso il proprio nome o studio legale, a patto di seguire le giuste norme e non uscire fuori dai limiti concessi dallo stesso Codice deontologico.
Ovviamente muoversi nei termini concessi dalla legge per un avvocato sarà un dovere anzitutto morale, quindi si invita a ponderare le proprie scelte sulla base del rispetto, in primo luogo etico, verso la dignità e la riservatezza della professione, evitando strategie di marketing grossolane ed irrispettose. La pubblicità serve soltanto per informare e deve farlo in modo veramente chiaro ed efficace mantenendosi in primo luogo nei limiti della veridicità.
Farsi pubblicità proponendo il falso, o addirittura denigrando la concorrenza è assolutamente vietato: la pubblicità dovrà essere priva di qualunque traccia di comparazione tra il proprio studio ed i propri servizi con quelli della concorrenza. Inoltre, sarà fondamentale evitare ogni forma di equivoco e di suggestione: le informazioni possono essere facilmente fraintese qualora il messaggio fosse poco chiaro o addirittura indirizzato verso una lettura volutamente ambigua, il limite tra la legalità e l'illegalità potrebbe essere molto sottile.
Ingannare i propri clienti è un reato, in qualunque forma accada, quindi la chiarezza e trasparenza vengono prima di tutto.
Stabiliti i limiti in cui poter operare, prima di ragionare sui mezzi della comunicazione, sarà necessario capire anche quali informazioni possano essere rese note all'ipotetico cliente per la pubblicità. Ovviamente il nome dello studio legale, ed eventualmente anche quello degli avvocati che vi operano, sarà prioritario: è possibile creare un logo, una grafica accattivante, in base al mezzo in cui la pubblicità giungerà al pubblico. Indirizzi e sedi, come per una qualunque pubblicità di un privato, sono informazioni necessarie ed utili, come ovviamente lo sono eventuali contatti di vario tipo.
Possono essere poi aggiunte delle informazioni aggiuntive. Prima di riflettere su queste sarà fondamentale ricordare alcuni principi di base di comunicazione e marketing. La comunicazione varia in base al mezzo, talvolta il mezzo stesso è il messaggio: si dovrà tener conto della mole di informazioni da offrire in base ai tempi di fruizione, alla possibilità di consultazione da parte del pubblico ed all'immediatezza della comunicazione. Per fare un esempio, un biglietto da visita non potrà contenere le stesse informazioni di una pagina web, come anche una pubblicità su un social network dovrà essere d'impatto e sintetica e contenere il link all’eventuale sito con informazioni di approfondimento.
Tornando al discorso precedente, ponendo come esempio il sito del proprio studio legale, sarà utile per un visitatore avere notizie ulteriori, come l'ordine presso cui sono iscritti i dipendenti dello studio legale, eventuali specializzazioni in alcuni settori e l'ambito di esercizio, conoscenza di lingue straniere o diplomi ottenuti.
Si sarà ben inteso che tali informazioni dovranno essere anzitutto corrispondenti alla realtà, assolutamente non fuorvianti ed avere solo scopo informativo . Presentare accanto al nome del proprio studio le competenze dello stesso, non solo sarà lecito ma rappresenta un vantaggio tanto per i clienti quanto per lo studio medesimo.
O meglio "perché la pubblicità è un dovere verso sé stessi". Il motivo è molto semplice: il mercato degli avvocati è saturo, e per quanto non piaccia a nessuno definire la propria professione come una mera merce di scambio, sarà fondamentale, in particolare per quei piccoli studi legali in crescita, ritagliarsi uno spazio e una certa attrattiva.
Attirare l'attenzione proponendo le competenze specifiche di uno studio legale, che annovera tra i suoi avvocati professionisti altamente specializzati e titolati in alcuni particolari campi, sarà un buon modo per arrivare direttamente al cliente che proprio di quelle specifiche prestazioni avrà bisogno .
Il web soprattutto offre immense possibilità di comunicare, se ne può beneficiare in totale legalità, ovviamente a patto di informare e non truffare i propri possibili clienti
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